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La malattia di Ménière

 Descritta per la prima volta da Prospero Ménière nel 1861, tale malattia, ancora ad eziologia sconosciuta, è caratterizzata da vertigine oggettiva (quando il paziente vede girare ciò che gli sta attorno), spesso molto intensa e che può durare anche diverse ore, ipoacusia fluttuante, piu frequentemente a carico delle frequenze gravi, acufene con carattere di ronzio ed ovattamento auricolare. Nel 30% dei casi la malattia è bilaterale, anche se in modo asincrono. Dal punto di vista eziopatogenetico, è dovuta ad alterazioni dei meccanismi che regolano la produzione ed il riassorbimento dei liquidi labirintici (endolinfa) che determinano un idrope (aumento di volume degli spazi endolinfatici). Si discute tuttora sulla possibile patogenesi infiammatoria da infezione virale (Herpes simplex). Le crisi compaiono giornalmente, settimanalmente, in modo assai irregolare e capriccioso, soprattutto in situazione di stress e sono quasi sempre accompagnate da nausea e/o vomito. Durante tali crisi si rileva quasi sempre la presenza di nistagmo spontaneo (scosse degli occhi verso destra o sinistra). La frequenza rilevata della malattia è di ca. 1/8.000 casi all’anno, con un’incidenza maggiore per la quarta e quinta decade con eguale distribuzione tra maschi e femmine. Per quanto riguarda la diagnosi, importante è l’anamnesi accurata; l’esame otoscopico è infatti normale, utilissimo è l’esame audiometrico. Altre indagini audiologiche, come l’esame impedenzometrico e l’ABR (potenziali evocati uditivi) possono aiutare il medico nella diagnosi differenziale con altre patologie uditive. Altettanto importante è l’esame vestibolare (che si effettua con tecnica elettronistagmografica o videonistagmografica), che ci dà informazioni sulla funzionalità del nostro sistema di equilibrio: Esami radiologici come la TAC o la Risonanza Magnetica sono utili solo in rari casi per efffettuare una corretta diagnosi differenziale con i neurinomi del nervo acustico, con la sclerosi multipla, con emorragie cerebrali; a livello di diagnosi differenziale si deve ovviamente considerare la sordità improvvisa, la labirintite (virale o batterica), la vertigine di posizione (cupololitiasi) e la neurolabirintosi di tipo tossico o vascolare. La terapia ovviamente è solo sintomatica; nella fase di attacco oltre al riposo quasi obbligato vengono prescritti sedativi, farmaci antivomito con soluzioni ipertoniche (Glicerolo)e farmaci antivertiginosi che in pochi giorni alleviano il marcato disagio prodotto dalle crisi; come adiuvanti vengono usati anche cortisonici, diuretici, associati, di solito, ad una rigorosa dieta iposodica; da abolire inoltre fumo e caffè. Nei casi di scarsa risposta alla terapia medica ed in presenza di vertigine inabilitante si può prospettare un trattamento chirurgico che prevede alcune opzioni: la labirintectomia chimica trans-timpanica con la gentamicina, la sezione del nervo vestibolare (che si effettua con una craniotomia retroauricolare) o la labirintectomia chirurgica vera e propria riservata ai pazienti con udito non più socialmente utile Il decorso non prevedibile di questa malattia ad eziologia sconosciuta rende problematica ogni previsione riguardo alla prognosi, così come la risposta individuale alle varie terapie instaurate. In conclusione si può affermare che la malattia di Ménière determina un’alterazione della qualità della vita ed è nello stesso tempo un problema di medicina sociale, in quanto può portare ad inavalidità. Le persone affette devono porre estrema attenzione quando si mettono alla guida dell’auto, né dovrebbero esercitare professioni che richiedono il perfetto funzionamento del sistema vestibolare (scalatori, lavorare su impalcature, autisti, piloti, ecc.).

Dott. M. Amadori

Responsabile UDCI-Audiologia

Ospedale S. Bortolo - Vicenza

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